IL TRENO DELLA MEMORIA 2018

Pubblichiamo, con grande orgoglio, il racconto di un’esperienza unica come “Il Treno della Memoria”, un viaggio speciale narrato in prima persona da un’emozionato ed emozionante GianMarco Lippolis.

Il Viaggio, svoltosi nel mese di Febbraio 2018, ha attraversato diversi Paesi in Europa Centrale. Il Treno della Memoria è un progetto in evoluzione, a partire dal 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione del Campo di Auschwitz, ha visto un ampliamento di percorso, inserendo numerose tappe intermedie di circa due giorni ciascuno, passando per Praga, Terezin, Lidice e Budapest offrendo così ai partecipanti una esperienza educativamente e storicamente più completa.

Ma proviamo a vivere, attraverso le parole e le immagini scattate da Giammy (testo che non abbiamo volutamente modificato o corretto per lasciar trasparire tutta l’emozione ed il significato che quest’esperienza è stata per il nostro giocatore), quei luoghi tristemente famosi e quel periodo storico particolarmente oscuro che in molti tendono a dimenticare o ad ignorare.

Treno della Memoria

La sera del 10 febbraio 2018, sono partito con la mia amica Francesca, accompagnato da Francesco (un educatore n.d.r.), con un gruppo di ragazzi di Rivoli e Avigliana per partecipare al Treno della Memoria e la nostra prima tappa è stata Praga.

Il viaggio è durato ben 14 ore: bello, lungo e pesante, facendo pause ogni 3 ore di viaggio in autogrill.

Quando siamo arrivati a Praga, il giorno dopo, abbiamo preso i bagagli, li abbiamo lasciati in ostello e ci ha raggiunto la nostra guida di nome David, che proviene da Torino.

Ci ha spiegato i luoghi e i vari monumenti che abbiamo visitato. Il giorno dopo siamo andati a visitare la prigione della Gestapo di Terezin e il ghetto. David ci ha spiegato come vivevano gli ebrei durante quel periodo e subito dopo siamo andati con il pullman a Lidice, una città bombardata dai nazisti dove morirono molti bambini. Ci ha raccontato come era prima del bombardamento, ci ha fatto vedere un video e poi siamo andati a vedere il memoriale dei bambini. Qui sono rimasto colpito profondamente prima dalla visione e poi nel vedere il memoriale dei bambini e il discorso che ci ha fatto David.

  Memoriale di Lidice

Rientrati a Praga abbiamo fatto serata, e “che serata”, infatti mi sono divertito come non mai con gli amici del gruppo di Rivoli veramente simpatici. Quando finirà questa meravigliosa esperienza mi piacerebbe rivederli.

Dopo cena, siamo andati tutti a divertirci da impazzire, e di preciso, a ballare al “Chapeau Rouge” di Praga dove mi sono divertito fino addirittura alle 02.30 ed è stata una delle prime volte in cui mi sono divertito tantissimo con un gruppo di amici “veri” nel vero senso della parola.

Il giorno dopo, (martedì) dopo colazione siamo partiti verso Cracovia, un altro viaggio molto pesante, ma allo stesso tempo divertentissimo grazie alle battute dei ragazzi. Posso dire che quando sono con loro mi sento un altro e non mi scattano i miei cinque minuti.

Quando siamo arrivati a Cracovia, abbiamo scaricato i bagagli e lì abbiamo aspettato la guida che ci ha portato in ostello. Appena arrivati in ostello, ci hanno dato le camere in cui abbiamo posato i bagagli e dopodiché ci siamo recati verso il centro di Cracovia per cenare tutti insieme. In questo locale ci ha raggiunto Daniele; quando l’ho visto da lontano sono corso verso di lui, anche perché non lo vedevo da un sacco di tempo. Quando lo vedo mi si crea una bellissima sensazione. Daniele è una persona veramente divertente, simpatico e quando mi sfogo con lui, oltre che con Francesco, mi sento diverso e mi sento un altro me e questo mi rende orgoglioso di avere dei punti di riferimento forti come loro anzi oltre a Francesco e Daniele anche Gabriele, detto Gabbo e Guido.

Dopo cena, io e il gruppo della cena siamo andati a divertirci in un pub che ha anche una piccola sala discoteca e un piccolo gruppo dei questi amici di Rivoli mi ha invitato a ballare con loro.

Dopo aver ballato un bel po’ mi sono sentito un po’ strano, mi girava la testa e il mio gruppo di amici mi ha supportato e mi ha aiutato a far passarli.

Il giorno dopo, siamo andati a far visita alla fabbrica di Schindler. Prima della visita vera e propria alla fabbrica, siamo andati al cinema del posto dove c’era Diego Audero che ci ha spiegato la storia di Oskar Schindler e della fabbrica stessa e ci ha fatto vedere le diapositive di quei periodi. Mi ha colpito subito vedere la diapositiva il barattolo del gas che, mi ha fatto ripensare alla scena finale del film “Il bambino con il pigiama a righe”.

Dopo la visita alla fabbrica di Schindler, siamo andati a visitare il quartiere ebraico, dove vivevano gli ebrei. Quando abbiamo finito di visitare il quartiere ebraico, siamo andati davanti alla vecchia sinagoga ad assistere ad uno spettacolo sugli ebrei. Dopo aver assistito a quello spettacolo, ho fatto un piccolo gruppo tra cui c’erano: Osva, Daniele, Luca Gino, Francesca Garrone, Ginevra e Gaia siamo andati a mangiare all’ebraico e che pranzo dove ho mangiato veramente bene!!!.

Dopo pranzo, siamo rientrati all’ostello, dove abbiamo fatto la restituzione e là mi sono di nuovo immedesimato in quelle situazioni perché il gruppo ha rievocato Lidice e il memoriale e la breve storia sul paesino. Mi sono emozionato quando ho parlato di questa bellissima, toccante esperienza che sto passando con il mio gruppo e senza di loro non sarei mai divertito senza di loro. Finalmente, a parte le visite che abbiamo fatto a ghetti e campi, ho passato dei INDIMENTICABILI momenti con questi simpaticissimi ragazzi e tra l’altro con uno staff da sballo formato da educatori simpaticissimi, come Osva, Guido e Gabbo un educatore con i “marron glacé”, serio!!!

La serata prima della visita dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, siamo andati subito dopo cena, a sentire un racconto per prepararci alla giornata successiva, ossia alla visita ai campi di concentramento Auschwitz-Birkenau. Dopo il racconto siamo tornati in ostello, anche perché avevamo la sveglia alle 05.30.

Giovedì, appena svegliato, mi sono sentito un altro me, teso con le gambe che mi tremavano tantissimo pensando alla giornata che sarebbe stata molto tesa, triste ma molto importante perché era la tappa principale di questo treno della memoria.

Dopo la colazione, siamo partiti verso il campo di concentramento di Auschwitz I, e io ho iniziato un po’ a immedesimarmi, però questa volta sono stato veramente forte e coraggioso e quando siamo arrivati, ho fatto un patto con me stesso di non piangere.

Quando siamo entrati, ci hanno fatto passare ai metal detector, abbiamo preso le cuffie con l’audio guida dove la guida ci spiegava come vivevano gli ebrei durante l’Olocausto.

Ingresso “Il Lavoro rende Liberi”

Appena usciti, io mi sono sentito strano, oltre ad avere molto freddo, mi sono sentito rigido e per fortuna c’è stata una mia cara amica che mi è stata accanto e mi ha dato tanta forza per andare verso l’entrata principale del campo di concentramento e dove c’è la famosa scritta “ARBEIT MACHT FREI” (“IL LAVORO RENDE LIBERI”). Ad Auschwitz I, mi hanno colpito moltissimo i barattoli del gas perché quando ho provato a chiudere gli occhi e a immedesimarmi, ho pensato di nuovo a quella scena del film e mi sono intristito un po’. Prima di entrare al campo di Auschwitz I, Gabbo ci ha distribuito una pezza con cui dovevamo scrivere con un pennarello un nome a nostra scelta che poi servirà alla fine della visita del campo Auschwitz II (Birkenau).

Poi ho finito di visitare Auschwitz I, da vero uomo coraggiosissimo.

Dopo aver fatto la visita al campo di Auschwitz I, siamo andati a fare pranzo tutt’insieme e, dopo aver fatto un po’ di pausa, siamo andati a visitare il campo Auschwitz II (Birkenau).

Rispetto al campo di Auschwitz I, appena entrato al campo Birkenau, ero già un po’ angosciato. Durante la visita, ero sempre più triste fino a quando è arrivato il momento del memoriale: mi sono immedesimato e mi sono sfogato e mi hanno consolato i miei migliori amici di Rivoli.

La parte che mi ha toccato della visita al campo di Birkenau è stato quando sono entrato nella baracca con tutti i letti: quando sono uscito da quella baracca, ho avuto una sensazione di tristezza, pensando al racconto della guida. Quando un mio amico ha formulato una domanda su Anna Frank alla guida, ho avuto una forte sensazione di angoscia, perché ho provato a immedesimarmi in lei, e pensandola mi sono sentito in quel modo come se fossi stato deportato in un campo così enorme come Birkenau.

Dopo la visita del campo Birkenau, c’è stato il memoriale che all’inizio ho seguito, però dopo un po’ mi sono allontanato leggermente dal gruppo e mi sono scoppiato in un pianto di liberazione anche perché avevo tenuto veramente troppo a lungo l’emozione, che poi è esplosa in tante lacrime, dalla mattina appena arrivati alla fine della visita con il memoriale poiché sono anche dei posti tristi, un po’ anche angoscianti come i racconti che ci ha fatto la guida. Infatti io li ho sentiti così bene che, dopo essere usciti dal campo, il mio gruppo mi hanno detto: “Cavolo Gianma!!! Quanto sei stato forte a visitare i campi stamattina!!! Sei stato veramente un grande!!!”.
Oltre a visitare i campi di concentramento, ci sono stati dei BRAVISSIMI attori che, ci hanno raccontato dei brani di un opera di Primo Levi e hanno fatto un piccolo spettacolo davanti alla Zauna.
La sera, siamo andati a mangiare dove abbiamo mangiato la prima sera che siamo arrivati a Cracovia e dopo cena abbiamo fatto serata con il gruppo.
Ad un certo punto, verso le 02.45, ho iniziato a girarmi la testa. Lo sbalzo di temperatura caldo e freddo dal locale a fuori mi rende la testa come una palla da basket, che rimbalza. Poi inaspettatamente ho ricevuto un pugno a freddo da uno di Cracovia allo stomaco, che mi sono rovinato proprio quella magica sera con i miei migliori amici e sono stati vicini a me e per questo li ringrazio con tutto il mio cuore. Queste persone si sono preoccupate per me, ho pensato di avere veramente delle persone MAGNIFICHE nel vero senso della parola.
Alla fine di quella giornata, mi sono sentito veramente fortunato di avere delle persone care accanto a me nei momenti di difficoltà che ti sostengono nei momenti di tristezza con cui ci si aiuta a vicenda.
Gli ultimi giorni del treno della memoria sono stati tranquilli e soprattutto di puro divertimento con
il gruppo MERAVIGLIOSO di Rivoli che spero, dopo questa esperienza, di rivederli facendo dei sabati sera INDIMENTICABILI con loro anche al ritorno.
E per finire di questa bellissima esperienza del treno della memoria mi è sembrata:
1) Toccante ed emozionante
2) E’ stato molto bello viverlo insieme ad altri ragazzi
3) Con uno staff super
Ho avuto una grandissima fortuna nel conoscere delle persone che, in questa settimana molto intensa, mi hanno sempre supportato soprattutto, quando ho iniziato a immedesimarmi al memoriale a Birkenau e poi quando siamo tornati dai campi a Cracovia. Abbiamo fatto delle bellissime serate, ma in particolare la serata finale che è stato veramente ancora più emozionante. La discoteca dove siamo stati era molto grande e ho avuto modo di ballare con Martina, Francesca Garrone, Emilio, Luca e Carlo. Col passare del tempo però la folla mi rendeva più nervoso. Ma non ci ho pensato perché quando sono con loro nei luoghi incasinati, sono tranquillo.
Quando mi agitavo, chiamavo uno del mio gruppo e uscivo a prendere una boccata d’aria e fare delle chiacchiere così non ho pensato per niente ai miei 5 minuti di rabbia.
Verso il rientro all’ostello, ero con Carlo, che è un rugbista come me, mi ha spiegato le vari posizioni su un campo di rugby e i vari compiti dei giocatori.
Venerdì 16 febbraio, all’assemblea finale del treno della memoria, ho avuto veramente un coraggio enorme, a parlare davanti a più di 200 persone. Quando Osva, mi ha passato il microfono e ho parlato davanti a quelle persone, mi sono sentito un po’ teso perché è stata la mia prima volta a parlare davanti a loro del mio impatto con questa esperienza.

Aula magna conferenza fine viaggio

Ma sono come dice il gruppo, una vera ROCCIA, e in questo hanno pienamente ragione anche perché sono stato coraggiosissimo a non piangere durante le visite ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau e anche nel non pensare al dolore che ho avuto al ginocchio e alle mie fitte alla milza.

La sera del venerdì 16, in discoteca, si sono avvicinati a me un gruppo degli altri partecipanti del treno della memoria, dicendomi che erano rimasti colpiti da quanto avevo detto all’assemblea finale del treno della memoria.

La cosa che mi ha intristito è stato quando nella penultima sera ho ricevuto il pugno da un ragazzo di Cracovia, tra l’altro stavo anche barcollando, mi stava aiutando Luca che ha assistito all’accaduto. Quando è arrivato Osva e mi ha visto agitato si è spaventato e mi ha fatto calmare. Ho fatto spaventare il mio MERAVIGLIOSO gruppo che, mi hanno aiutato a camminare e quando ho visto Francesca Garrone davanti a me mi ha dato la forza a non pensare al dolore e mi ha tirato su il morale: quando la vedo mi viene sempre da sorridere. Durante le restituzioni che abbiamo fatto durante questa settimana, ho ascoltato le impressioni che hanno avuto durante queste visite e mi sono immedesimato di nuovo. Inoltre ho pianto anche perché essere in un gruppo come quello in cui ero in questa settimana mi ha fatto pensare che, finalmente ho trovato degli amici VERI con V maiuscola perché in questa settimana mi siete stati vicini e di questo ve ne sono grato, di avere amici così.

Serata in birreria

Nel viaggio di ritorno, ho ripensato alle visite ai campi e lo stare insieme a questo gruppo che mi sono fatto in questa settimana.

Quando sono tornato a casa, ho raccontato che cosa ho fatto in questa settimana dando anche un pensierino a mia sorella che ho preso da Cracovia all’Hard Rock Cafè.

Per concludere, nel fare questa esperienza del treno della memoria, mi è rimasto anche un gruppo con cui sono stato benissimo. Spero che, finita l’esperienza del treno della memoria potrò passare delle serate come abbiamo sempre fatto ogni sera e tutto ciò mi ha fatto molto bene all’anima: il gruppo che si è formato in questa settimana è come una grande, anzi una GRANDISSIMA FAMIGLIA.

Concludo con una speranza, che nessuno possa mai dimenticare quello che è successo durante la Seconda Guerra Mondiale e soprattutto che non vengano mai più costruiti luoghi come i campi di prigionia e di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

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