Le emozioni si sentono, anzi si abbracciano.

Quella che sto per raccontarvi è la seconda puntata di una storia fatta di amicizia e di sport.

L’ambientazione è sempre quella del campo di rugby all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Gli attori sono un po’ cambiati (per fortuna molti dei ragazzi che hanno giocato con noi la prima volta hanno scontato la loro pena e sono usciti), ma l’entusiasmo e l’emozione sono sempre gli stessi. Alcuni dei nostri ragazzi entravano per la prima volta all’interno di un carcere e si leggeva nei loro occhi un misto di curiosità, timore e voglia di incontrare e giocare con dei nuovi amici. Ma quì mi fermo e lascio la penna nelle mani del Capitano della nostra squadra, Walter Villan (soprannominato Capitan Polpo) per il breve racconto della giornata. Scoprirete dalle sue parole (che non sono state in alcun modo filtrate), l’emozione di entrare in un ambiente estraneo, per trovare dei ragazzi molto simili a lui che sono riusciti a trasferirgli grande senso di amicizia ed emozioni da portare a lungo nel cuore.

Sabato 26 febbraio scorso siamo andati a giocare con una squadra chiamata “La Drola” che si trova nel Carcere delle Vallette. La differenza che c’è con le altre squadre con cui abbiamo già giocato è che spesso sono loro a venire a giocare sul nostro campo, in questo caso siamo stati noi a dover andare da loro, essendo loro all’interno di un carcere. Ci siamo dati appuntamento davanti ai cancelli e dopo lunghi controlli dei documenti siamo entrati intorno alle 13. Abbiamo poi attraversato dei lunghi cortili con i muri altissimi, un silenzio tombale. Per me quella è stata la sensazione e l’emozione più forte. Arrivati poi negli spogliatoi ci siamo cambiati e preparati per la partita. Siamo arrivati in campo dove già ci aspettavano i giocatori dell’altra squadra che si stava già riscaldando. Siamo andati a salutarli e dopo un breve riscaldamento abbiamo iniziato a giocare. Abbiamo giocato ben quattro tempi da venti minuti ciascuno, sempre sotto controllo delle guardie carcerarie, di un attento pubblico e di un medico sempre presente.

Finita la partita (terminata con il punteggio di 29 a 29 n.d.r.), siamo andati a cambiarci e a fare la doccia negli spogliatoi. Dopo siamo andati a fare il “Terzo Tempo” tutti assieme. Abbiamo poi raggiunto il refettorio che si trova dall’altra parte del carcere, quindi ci siamo rifatti nuovamente la stessa lunga passeggiata nel cortile che costeggia le palazzine che ospitano i carcerati e siamo arrivati nell’ala dove sono ospitati i ragazzi della squadra. Siamo entrati, loro ci aspettavano e ci siamo seduti a tavola tutti assieme. Ci hanno offerto della pizza, abbiamo potuto conoscerci meglio e abbiamo parlato un bel po’. Poi verso le 18 li abbiamo ringraziati e salutati e siamo andati via. In quel momento è accaduta la cosa che mi ha fatto più emozionare di tutte, tutti si sono messi in fila e ci hanno abbracciato, uno per uno. Un ragazzo mi ha abbracciato e baciato sulle guance dicendomi”Bravi”.

Per questa giornata e per questa partita devo ringraziare per primo Enrico, il nostro Presidente, poi tutti gli altri che hanno partecipato, perchè ho avuto l’occasione di essere il Capitano della squadra ed è stata una gran bella esperienza. Grazie e Grazie.

Walter

 

Mi intrometto solo per ringraziare innanzitutto Mattia Basile, allenatore de “La Drola”, che con grande pazienza e superando innumerevoli problemi, riesce a far scoprire a tanti ragazzi la bellezza del rugby anche dentro ad un Carcere. Grazie a lui riusciamo ad incontrare, almeno una volta l’anno, dei ragazzi stupendi, che hanno tanta voglia di libertà e di vita, dimostrandolo correndo per un campo con una palla ovale tra le mani.

Ringraziamo inoltre tutto il personale della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, che con grande disponibilità ci permettono di replicare queste manifestazioni sportive, ma soprattutto di darci la possibilità di rinnovare queste splendide emozioni.

 

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